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Palio delle Contrade di San Secondo Parmense - Ogni primo weekend di Giugno

Cos'è il Palio delle Contrade di San Secondo Parmense? Semplicemente si potrebbe descrivere come un weekend che rievoca i festeggiamenti per il matrimonio di Pier Maria di Troilo Rossi con Camilla di Giovanni Gonzaga di Vescovato, avvenuto nel 1523. Ma in realtà è molto di più. Si tratta di storia nella storia: dico questo perché 30 anni fa un gruppo di volontari con i mezzi a propria disposizione si inventò questa manifestazione basandosi su alcune tessiture storiche, creando una grande festa per tutti, bambini, ragazzi, adulti e anziani. Festa per chi si siede al bar a bere una birra fresca in compagnia, godendosi il corteo, i colori, i riflessi...festa per chi non vuole partecipare direttamente ma tifare per la propria contrada...e festa per chi decide di vestire i panni pesanti di un figurante, che in fondo non è semplicemente tale, ma e' l'impegno/eredità del padre, che a sua volta ricevette dal nonno. È per questo che parlo di storia nella storia...e queste sono le dinamiche, un macro contenitore rinascimentale che al suo interno contiene le microstorie di chi ha creato l'evento e di chi lo sta portando avanti con tanto impegno. Il pubblico è sempre il benvenuto, ma in realtà la festa e' vissuta profondamente solo dai san secondini, una festa che inizia il venerdì sera con la Benedizione dei Ceri e il sabato sera con l'omaggio dei Doni ai due Sposi e la presentazione dei Cavalieri impegnati nella Disfida del giorno successivo. Poi ci sono le cene propiziatorie che riescono ad aprire un varco spazio temporale tra il passato ed il presente, dove tutti stanno insieme, giovani e anziani, dove nessuno contesta nulla all'altro, e dove si cerca di rubare lo sguardo di un istante alla Dama più bella. Poi c'è il grande Corteo della Domenica, sotto il rovente sole di giugno che parte dalla Rocca rossiana per passare attraverso tutte le contrade, e ti sembra di essere avvolto dal fuoco, con il sudore che ti riga il volto, le spalle sottoposte allo stress di cinghie e pesi, e la pelle soffocata da sfarzosi abiti. Vedi centinaia di uomini e donne ordinatamente disposti, con rigore e disciplina, con lo sguardo fiero e audace di chi sta facendo la cosa giusta, qualcosa che non potrebbe essere diversamente. Poi i tamburi che battono più intensamente dei battiti del cuore, e a volte qualche grido di rimprovero per una figura temporaneamente scorretta, che immediatamente si ripristina, senza sentirsi mai offesi, ma con la coscienza che tutto debba essere perfetto e con la dignità che si conviene. E poi arriva il momento della Disfida, il momento di entrare nel Campo. Vi si accede lateralmente, con le contrade gia' schierate su due file di tre...in fondo la tribuna gremita di persone in tripudio, e tu che sei nel corteo davanti a tale scena, con un groppo in gola e dietro i tamburi che si fanno sempre più incalzanti, hai l'impressione di entrare in una arena per confrontarti con i leoni. Arrivano gli Sposi, e' il momento della grida...ONORI! AUT TE CAPIAM - AUT MORIAR! Il Conte accenna un sorriso di compiacimento, sotto un cielo di 500 anni fa. Gli Sbandieratori eccellenti si esibiscono e l'Araldo apre la disfida: 3 turni per ciascuna contrada, per ogni cavaliere il compito di infilare con la lancia più anelli possibili; e impari a riconoscere il suono del punto andato a segno, che sembra quasi un sibilo, da quello mancato, simile al colpo di un martello, che getta l'anello lontano. C'è tensione, il caldo schiaccia, il Provveditore è concentrato, le lance una alla volta vengono liberate dagli anelli con l'araldo impegnato nel comunicare il punteggio, stupore, silenzio, velocità, abilità, forza, uno dopo l'altro fino al manifestarsi del Vincitore. Solennemente. Castell'Aicardi. Si rompono le righe, boato del pubblico, esaltazione ed entusiasmo fuori controllo: è tempo di alzare le insegne di tutte le contrade dal prospetto della Rocca lasciando solo quello della vincente, tra l'esaltazione generale.

Ci si libera infine dai panni di un uomo/donna del passato per tornare alle nostre usuali faccende. Abbiamo fatto tutto ciò che fosse possibile? Possiamo dare di più? Faremo di più certamente. Ma se non si partecipa attivamente "da dentro", non sarà mai possibile per alcuno capire fino in fondo la forza emotiva, culturale, simbolica del Palio, e di quel Drappo che ci unisce con forza al nostro passato remoto e recente.


Per tutte le informazioni: https://www.paliodellecontrade.com


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